Disturbi intimi

Vaginite e vaginosi

Le perdite vaginali non sempre sono patologiche ma aiutano a proteggere contro i germi nocivi. Quando però hanno caratteristiche sgradevoli potrebbero essere la spia di infezioni.

4 Luglio 2018

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Nella vagina è presente una secrezione perfettamente fisiologica e naturale: la cosiddetta leucorrea che viene spesso interpretata e trattata come fenomeno patologico, ignorando completamente il fatto che le perdite bianche sono invece normali nella maggior parte dei casi.

La funzione delle secrezioni vaginali

La leucorrea ha due importanti funzioni: la lubrificazione e la protezione contro i germi patogeni. Inoltre, in alcuni momenti particolari del ciclo, tale secrezione aumenta notevolmente: ad esempio, in fase ovulatoria e nell’immediato periodo premestruale. Questo fenomeno, inoltre, si accentua in corrispondenza dei primi rapporti e allarma la donna, la quale teme di avere contratto una malattia a trasmissione sessuale. In questi casi è importante non commettere l’errore di iniziare l’auto-cura con lavande, creme, ovuli o antibiotici per fenomeni che sono del tutto normali! Il risultato delle auto-prescrizioni è disastroso poiché in questo modo si finisce per indebolire la flora normale e favorire l’insorgenza di vere e proprie infezioni.

Se la secrezione vaginale presenta caratteristiche diverse dal solito (per quantità, viscosità, comparsa di cattivo odore ecc.) o provoca bruciore, prurito, dolore durante i rapporti (dispareunia) o difficoltà nell’urinare (disuria), non va trascurata: le infezioni all’apparato genitale femminile rappresentano uno dei problemi ginecologici più diffusi e riguardano più della metà delle donne in età fertile.

Le cause possono essere diverse, e non sempre di natura infettiva, ma la grande maggioranza delle diagnosi si riferisce a vaginosi batteriche, vulvovaginiti da Candida o vaginiti da Trichomonas vaginalis.

Vaginosi batterica

È caratterizzata da una radicale modificazione dell’ecosistema vaginale. In particolare, consiste nella sostituzione della normale flora lattobacilliare con una flora patogena. Pur verificandosi un aumento delle perdite vaginali che tipicamente sono di cattivo odore, non è possibile dimostrare la presenza di un vero e proprio stato infiammatorio, infatti in oltre il 50% dei casi è asintomatica.

Il cattivo odore non ha nulla a che vedere con la vulva, che non va lavata troppo frequentemente, ma è indice di una fermentazione dovuta alla Gardnerella, un batterio normalmente presente in vagina, ma che con l’innalzamento del pH prolifera 50 volte di più. In tal caso bisogna abbassare il pH della vagina.

Vaginite

In genere si manifesta con sintomi quali bruciore, leucorrea, prurito e infiammazione della mucosa che risultano molto fastidiosi, influiscono pesantemente sulla qualità di vita delle pazienti e, spesso, sono recidivanti.

Una forma di vaginite è caratterizzata dalla presenza significativa di leucociti e dalla sostituzione della normale flora lattobacillare con microrganismi come enterobatteri e stafilococchi di origine prevalentemente intestinale. Il rallentamento del transito intestinale facilita lo sviluppo di germi patogeni che dall’apparato gastroenterico arrivano alla vescica e ai genitali.

Un’altra forma di vaginite è quella da Trichomonas vaginalis a trasmissione sessuale esclusiva e con serbatoi di infezione quali vagina, Ghiandola del Bartolino, uretra e prostata.

La vulvovaginite da Candida

La forma più nota di vulvovaginite è quella da Candida Albicans (nel 95% dei casi). La Candida è un commensale abituale che colonizza le mucose orali e vaginali già dopo la nascita. L’infezione è correlata ad alterazioni dell’ecosistema vaginale e non è un’infezione esclusivamente a trasmissione sessuale. Quando si trova sotto forma di spora è innocuo, quando invece le difese locali dell’ospite diminuiscono o l’ambiente diviene adatto alla sua replicazione, dà luogo all’infezione.

E’ sicuramente l’infezione con il maggior rischio di recidiva (fino al 50%), perché i trattamenti antimicotici non riescono mai a debellarla completamente. Chi è predisposto a vulvovaginiti da Candida e in particolare a recidive (4 episodi all’anno) o ricorrenze (più di 4 episodi all’anno) deve quindi difendersi preservando il più possibile l’equilibrio del proprio ecosistema vaginale con scrupolose norme igienico-comportamentali, comprese corrette abitudini alimentari.

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